dialogo cantina colterenzio
progetto artistico: philipp messner, manfred alois mayr
la storica cantina sociale colterenzio è un progetto che si è sviluppato in diversi interventi nel corso del tempo, con l’obiettivo di dare un’immagine totalmente nuova all’azienda, senza demolire nulla ma cercando di trovare un dialogo con gli edifici esistenti, un legame tra vecchio e nuovo. nel primo intervento, due sono gli elementi scelti per caratterizzare il progetto, il legno e il metallo. due materiali che si accostano, avvolgendo l’esistente ma creando nuovi spazi interstiziali. il manufatto principale, in cui si trovano i serbatoi di acciaio inox, l’impianto di imbottigliamento, il magazzino delle bottiglie e gli uffici, è stato rivestito con una nuova facciata in legno di rovere, distante 50 cm dalle pareti dell’edificio e composta da listelli e fughe di diverse dimensioni. un volume strutturato in tre parti, che alterna pieni e vuoti, in un gioco plastico e materico. le superfici tonde riflettenti dell’artista philipp messner irrompono a contrasto nella tessitura ordinata e materica delle facciate. sul lato opposto, una lunga struttura di metallo verniciato di nero segna una nuova quinta, diventando, sul finire, una copertura pensile su un ampio spazio aperto, utilizzato come punto di raccolta per le uve, ma anche come luogo per la convivialità. nel secondo intervento, è stata realizzata una corte il cui perimetro è disegnato da una struttura metallica aperta, che ospita un sistema di contenitori per la crescita delle piante di un giardino verticale. uno spazio armonioso e dinamico che offre scenari e colori diversi a seconda delle stagioni. è in fase di studio anche un terzo intervento, che riguarda la realizzazione di una torre sul fronte principale, come nuovo landmark dell’azienda, immersa tra i vigneti di cornaiano.
collaborazione architettonica
roland decarli, jürgen prosch, anna grandi
cliente
cantina colterenzio soc. agr. coop.
luogo
cornaiano, italia
completamento
2011
superficie utile
2940 m²
fotografia
günter richard wett, urlich egger